Il settore degli affitti brevi è al centro dell’attenzione in Italia, con il Ministro del Turismo Daniela Santanchè che promuove un Disegno di Legge (DDL) volto a stabilire una disciplina uniforme a livello nazionale per affrontare le sfide legate al turismo e preservare l’identità residenziale dei centri storici.
Il DDL sugli affitti brevi propone diverse disposizioni chiave:
Codice Identificativo Nazionale (CIN): Il Ministero del Turismo assegnerebbe un codice identificativo nazionale (CIN) a ciascuna proprietà abitativa destinata all’affitto turistico. Questo codice sarebbe utilizzato per tracciare e regolare l’attività di affitto.
Segnalazione dell’Attività: Chiunque gestisce affitti brevi in forma imprenditoriale, inclusi i proprietari e gli intermediari immobiliari o le piattaforme online, sarebbe tenuto a segnalare l’inizio dell’attività alle autorità. La mancata segnalazione potrebbe comportare multe fino a 10.000 euro.
Durata Minima del Contratto: Il DDL stabilisce una durata minima di due notti per i contratti di locazione turistica nei centri storici delle città metropolitane e nei Comuni ad alta densità turistica. Tuttavia, viene fatta un’eccezione per le famiglie numerose, composte da almeno un genitore e tre figli.
Regolamentazione dei Property Manager: Il DDL introduce la figura del property manager e prevede che l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) crei un Codice Ateco specifico per questa categoria professionale. Inoltre, i property manager sarebbero obbligati ad agire come sostituti d’imposta, raccogliendo e versando la cedolare secca per conto dei proprietari e presentando la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA) a nome dei proprietari.
Rispetto al passato, dove per avere la qualifica di imprenditore servivano almeno quattro appartamenti in affitto per fini turistici, oggi, il DDL propone di abbassare la soglia a due appartamenti oltre la quale scatterà l’attività d’impresa. Questo significa che chi rientra in questa categoria dovrebbe seguire rigorose regole e norme, come l’installazione di dispositivi di sicurezza, inclusi quelli per il rilevamento del monossido di carbonio, e il rispetto di norme di prevenzione degli incendi, igienico-sanitarie e di sicurezza degli impianti.
Le reazioni degli operatori del settore al DDL Santanchè non si sono fatte attendere. L’associazione Federalberghi ha accolto il DDL con riserve, principalmente a causa dell’obbligo di una durata minima di due notti nei contratti di locazione turistica. Questa disposizione, secondo Federalberghi, potrebbe escludere gran parte dei flussi turistici, soprattutto quelli legati ai soggiorni brevi come i weekend. Inoltre, l’associazione ha sottolineato l’importanza di concedere ai sindaci il potere di regolare il territorio in modo più efficace e di prevedere un sistema di controlli e sanzioni robusto per garantire la conformità alle leggi.
Invece, la Federazione Italiana Mediatori Agenti di Affari (Fimaa) ha espresso un approccio più positivo dopo un incontro con un rappresentante del Ministero del Turismo. Fimaa ha sottolineato la necessità di maggiore trasparenza nel settore degli affitti turistici, specialmente riguardo alla gestione dei contributi di soggiorno, e ha sottolineato l’importanza di un registro pubblico accessibile a tutti e di un sistema di controllo efficace.
In conclusione, questa proposta di legge rappresenta un tentativo di regolamentare in modo più severo il settore degli affitti brevi nelle grandi città italiane, con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza e controllo, soprattutto nei centri storici. Il dibattito su queste misure sarà cruciale per determinare il loro impatto futuro sul mercato degli affitti turistici.