Il Bonus Sud

Il Bonus Sud è un insieme di agevolazioni a favore delle imprese che investono in beni strumentali nuovi nelle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo. Si tratta di misure che rappresentano un utile contributo ad incentivare le spese nell’ottica di favorire sviluppo e sostenere (o anche creare) “nuova occupazione” nel Mezzogiorno. 

Tali misure, dopo essere state introdotte dalla legge di stabilità 2016, sono poi state prorogate con la legge di bilancio 2021 fino al 31 dicembre 2022 e modificate recentemente anche dalla legge di bilancio 2022.

Le imprese che vogliono usufruire del credito d’imposta per gli investimenti effettuati a partire da gennaio 2016, non devono fare altro che presentare una domanda per via telematica all’Agenzia delle entrate che si occuperà di verificare i dati trasmessi e concedere l’autorizzazione al riconoscimento del credito d’imposta (un credito verso lo Stato che riduce l’ammontare di debiti o imposte).

Come funziona il Bonus Sud 2022?
Il credito d’imposta riconosciuto con il Bonus Sud è rivolto a imprese e start up che hanno effettuato investimenti in beni strumentali nelle regioni del Sud Italia, nei comuni del sisma del centro Italia e nelle cosiddette zone economiche speciali (ZES).
Il credito d’imposta riconosciuto cambia a seconda delle dimensioni aziendali ed è così suddiviso:

  • è del 45% per le piccole imprese;
  • è del 35% per le imprese medie;
  • è del 25% per le grandi imprese.

​Queste percentuali sono però ridotte rispettivamente al 30, 20 e 10% nelle regioni Abruzzo e Molise.

L’Agenzia delle entrate, lo scorso 6 aprile 2022, ha messo a disposizione il nuovo modulo per effettuare la richiesta del Bonus Sud, a partire dal 7 giugno prossimo.

Chi può usufruire del credito del Mezzogiorno?
Sono le imprese (comprese le start up visto che producono reddito d’impresa) che realizzano nuovi investimenti nelle seguenti regioni del Centro e Sud Italia: Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia (aree territoriali ammissibili alle deroghe al regime degli aiuti di Stato), e nelle zone assistite delle regioni: Molise e Abruzzo (c.d. “aree svantaggiate” secondo la “Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027”).

Altri beneficiari sono:

– soggetti forfetari (Circ. AE 4 aprile 2016 n. 10/E);

– S.O. di soggetti non residenti (Circ. AE 3 agosto 2016 n. 34/E);

– enti non commerciali, con riferimento all’attività commerciale eventualmente esercitata;

– imprese che intraprendono l’attività dopo il 1° gennaio 2016 (Circ. AE 3 agosto 2016 n. 34/E).

Le grandi imprese sono ammesse solo se gli investimenti riguardano una nuova attività economica, come definita dall’Agenzia delle entrate (Circ. AE 3 agosto 2016 n. 34/E).

Il credito d’imposta per il Mezzogiorno è inoltre cumulabile col credito d’imposta “Industria 4.0” che è pari al 50% per gli investimenti effettuati dopo il 16 novembre 2020.

Le imprese che NON possono usufruire del credito d’imposta
Le imprese dei seguenti settori non possono usufruire del Bonus Sud: industria carbonifera; costruzioni navali; industrie delle fibre sintetiche; agricoltura, silvicoltura e pesca; le imprese dei settori creditizio, finanziario e assicurativo; aziende della produzione e della distribuzione di energia e delle infrastrutture energetiche; industria siderurgica; industrie dei trasporti e delle relative infrastrutture.

Il Bonus Sud non si applica inoltre alle imprese in difficoltà.

Come detto, è l’Agenzia delle entrate che verifica i dati trasmessi e si occupa di concedere l’autorizzazione al riconoscimento del credito d’imposta, autorizzazione che viene comunicata in via telematica con un’apposita ricevuta. Questa ricevuta è resa disponibile nell’area autenticata dei Servizi telematici dell’Agenzia delle entrate.

La stessa Agenzia delle entrate specifica che l’azienda che ha ricevuto l’autorizzazione all’utilizzo del credito di imposta può farlo solo in compensazione, presentando il modello F24 soltanto sui canali Entratel o Fisconline, a partire dal quinto giorno successivo alla data in cui è stata rilasciata la ricevuta che dimostra l’avvenuta autorizzazione per la fruibilità del credito d’imposta.

Gli investimenti che rientrano nel Bonus Sud
Tra gli investimenti agevolati dal Bonus Sud rientrano:

  • ampliamento di uno stabilimento già esistente;
  • investimenti per ampliare la produzione a prodotti nuovi, in una sede già esistente;
  • modifiche radicali al processo produttivo in una sede esistente;
  • costruzione di un nuovo stabilimento.

Il credito di imposta è poi attribuito in relazione agli investimenti realizzati a partire:

  • dal 1° gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2022, per gli investimenti effettuati nel Mezzogiorno;
  • dal 7 aprile 2018 al 31 dicembre 2020, per gli investimenti effettuati nei Comuni delle Regioni Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo colpiti dal terremoto del 24 agosto 2016;
  • dalla data del DPCM istitutivo della Zona economica speciale al 31 dicembre 2022, per gli investimenti effettuati nelle ZES.